Questo non è assolutamente vero. Al contrario, solo dopo aver effettuato opportune misure per valutare ed accertare non solo il superamento dei limiti di legge, ma anche per individuare la sorgente (ossia l’operatore o comunque la fonte) che ne è la causa, si può avviare un iter procedurale per portare a norma (o, come si dice, ridurre a conformità le sorgenti irradianti) l’esposizione ai campi elettromagnetici.
Oltre all’obbligo di risanamento, la legge prevede anche importanti sanzioni (fino a oltre trecentomila Euro!) per chi provoca questi superamenti: per quanto riguarda la popolazione, a fronte di un accertato superamento dei limiti, già la legge 22 febbraio 2001, n.36 “Legge quadro sulla protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici magnetici ed elettromagnetici” stabilisce la sanzione amministrativa per il superamento dei limiti di esposizione e valori di attenzione. La stessa legge stabilisce, altresì, che tale sanzione amministrativa si applichi anche nei confronti di chi ha in corso piani di risanamento qualora non rispetti i limiti e i tempi previsti per il risanamento stesso.
E’ dunque pressoché inutile, a fronte di timori per la vicinanza di antenne o ripetitori vari, avviare iniziative di proteste o reclami, singolarmente o collettivamente, senza prima aver fatto una misura o comunque una valutazione professionale, perché ciò non porta a nessun risultato. Al contrario, a valle di un accertamento tecnico avente valore legale (dunque il “fai da te” non ha nessun rilievo), si può procedere a norma di legge per risolvere eventuali problemi.
Fermo restando tutto quanto detto finora, inoltre avere la consapevolezza di un potenziale rischio da esposizione permette anche di poter mettere in atto contromisure appropriate come schermature particolari o altre soluzioni alternative.
Una ulteriore evenienza riguardo la utilità o necessità di effettuare misure professionali è quando si valuta l’acquisto di una casa o di un immobile che presenta nelle vicinanze sorgenti di campo elettromagnetico, elettrico o magnetico – come per esempio ripetitori di telefonia cellulare, TV, oppure elettrodotti o cabine elettriche di trasformazione – che sono impianti destinati a restare ed a produrre campi elettromagnetici per molti anni o decenni e dunque sarebbe consigliabile valutare preliminarmente il livello di campo elettromagnetico presente.
Per quanto invece riguarda gli ambienti di lavoro, la valutazione dei rischi da esposizioni a onde elettromagnetiche è un obbligo di legge la cui non osservanza viene sanzionata anche da un punto di vista penale, e su questo aspetto fa testo il Decreto Legislativo 81-08 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro).

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